Sporchi, energici, cattivelli. Tutto qui? Non direi proprio. Il debutto ufficiale dei Veracrash “The Ghost EP” certamente colpisce per il gran tiro e i veri cartoni che è capace di tirarti in faccia, ma non stenta a rivelare un approccio più ponderato, che si esprime attraverso una buona scrittura e una leggera tendenza alla divagazione psichedelica. Rock alternativo / stoner potrebbero essere le etichette che meglio definiscono il genere musicale del quartetto milanese, che si rifà esplicitamente a modelli stranieri (tipo QOTSA, Muse, Motorpsycho) e, intelligentemente, scrive in inglese, aprendosi quindi ai mercati europei. Un quarto d’ora di musica e quattro brani che, per motivi diversi, rimangono impressi. “Antwerp” parte subito in quarta senza tanti preamboli, con una linea vocale a metà tra i Muse e i Pearl Jam. “Cuspide” invece comincia in modo ordinario, per poi rivelare una composizione articolata (ottimo lavoro di batteria) e un ritornello da cantare in coro a squarciagola. Molto raffinata “The Ghost In The Shell”, psichedelica e conturbante, mentre la chiusura è affidata all’adrenalina melodica di “Sicario”. In due parole: ferinità illuminata. In tre: bravi, bravi, bravi. |